Un convegno a Fes celebra la cultura Amazigh
'L'apertura del Marocco un modello di inclusione ed equità'(ANSA) - RABAT, 04 GIU - Il Marocco promuove la cultura amazigh, ma i berberi presenti in molte regioni del Nord Africa non godono ovunque della stessa fortuna. Un convegno a Fes ha fatto il punto sulla ricchezza del patrimonio amazigh. Promosso dalla Fondazione Aman per lo sviluppo sostenibile, l'incontro che ha visto, tra gli altri, al tavolo dei relatori Mohammed Hannan, l'ambasciatore di Mauritania a Rabat, Mohammed EL-Mokhtar, ministro plenipotenziario dell'ambasciata libica in Marocco, lo scrittore marocchino Nasser Asdei, Dris Rheda, professore all'Istituto Superior Saint Denis di Parigi e la giornalista italiana Vanessa Tomassini, fondatrice di 'Speciale Libia, Centro di Ricerca sulle questioni libiche'.
Il Marocco di recente ha riconosciuto in via ufficiale il capodanno amazigh, inserendolo a pieno titolo nelle festività celebrate dalla costituzione marocchina. Fatima Ouazza, presidente della Fondazione Aman, ha affermato: "Il nostro Paese dispone di importanti asset su cui può contare per accelerarne lo sviluppo. La sua ricchezza risiede in particolare nel capitale umano, materiale e immateriale, nella sua storia e nella sua influenza internazionale e nella sua posizione geografica, crocevia di civiltà. Il riconoscimento della cultura amazigh rientra nel processo di continue riforme avviato da re Mohammed VI che interessano diversi settori e aree: istituzionale, economico, legale e sociale al fine di migliorare gli indicatori di sviluppo e stabilire l'equità territoriale a cui aspirano tutti i marocchini".
Per Adal Rhoubeid, consigliere speciale del presidente nigeriano, "celebrando il capodanno amazigh rendiamo omaggio alla ricchezza del nostro patrimonio culturale comune e rafforziamo i legami che ci uniscono come popoli del Marocco e del Sahel. È un'occasione per valorizzare il prezioso contributo della storia e della cultura amazigh all'intera nostra regione.
È anche un simbolo del nostro impegno comune per la diversità, l'uguaglianza e l'inclusione".
"Il Marocco, primo Paese arabo a maggioranza musulmana a riconoscere i diritti delle minoranze berbere, rappresenta un modello da seguire per altri Paesi come Libia ed Algeria", ha detto Akli Shikka, membro del Consiglio Supremo Twareg di Libia e autore del libro 'Man of Sahara'. "È la dimostrazione che uno Stato moderno non può essere identificato in un solo colore, religione o razza, ma solo attraverso il multiculturalismo e il rispetto delle diversità".
La giornalista Vanessa Tomassini, auspicando che tali iniziative possano essere ripetute in Italia per rafforzare le relazioni tra i popoli del Mediterraneo, ha infine riacceso l'attenzione sul tema dei diritti: "Spero che il Marocco e le istituzioni qui presenti, di concerto con i loro partner europei, possano contribuire a risolvere la questione dei Twareg apolidi, cresciuti in Libia senza identità, affinché tutti possano avere accesso a pieni diritti, come educazione, salute e lavoro".