Ogni processo di pace nel Mediterraneo passa attraverso la Tunisia

Di Vanessa Tomassini per il Corriere di Tunisi.

“Quattro anni di interlocuzioni, incontri e missioni nella veste di Presidente UIP della sezione di amicizia Italia-Tunisia mi hanno condotto verso la consapevolezza di una imprescindibile affinità tra i nostri popoli. La Tunisia è stata e, ancora di più in questo momento, rimane il più affidabile tra i Paesi africani e la storia lo dimostra. Dal 1957, anche nei periodi più bui che hanno attraversato i due Paesi, le rispettive Ambasciate non hanno mai chiuso o interrotto le comunicazioni. Come pure non si sono mai interrotti i rapporti economici.” A dirci questo è la Senatrice Marinella Pacifico, Presidente UIP sella sezione di amicizia Italia-Tunisia e Segretario del Comitato parlamentare Schengen, Europol e immigrazione. La quale sottolinea che “oggi, la distanza che ci divide, appare sempre più breve. Lo testimonia il volume di scambi di merce, che negli ultimi anni si è sempre più intensificato, tra Roma e Tunisi – se escludiamo gli ultimi di emergenza sanitaria da Covid-19. Il presidio di democrazia esercitato dai governi che si sono succeduti, in un’area tradizionalmente instabile, dovrebbe essere da pungolo per l’Europa ed in genere per l’occidente a preservare quel sistema, per fortuna consolidato.” 


Tunisia Paese leader per l’Italia, serve accompagnarlo verso quel processo economico auspicato da almeno dieci anni

Se leggiamo i dati economici della Tunisia possiamo tranquillamente riconoscere che dalle primavere arabe, il Paese anno dopo anno ha visto crescere il PIL e diminuire la disoccupazione, soprattutto giovanile. Purtroppo, questo trend virtuoso si è interrotto, come nel resto del mondo alla fine del 2019, a causa della pandemia. In questi ultimi due anni abbiamo visto flettere sensibilmente tutti i parametri economici ed inevitabilmente riaccendersi i conflitti sociali. L’Italia, come si evince dai consessi internazionali, ritiene fondamentale accompagnare la Tunisia verso quel processo economico auspicato da almeno dieci anni, riconoscendolo come Paese leader, anche ai fini di pacificazione della regione. Non può certo sfuggire che oramai ogni processo di pace dell’area del Mediterraneo passi attraverso la Tunisia. Ma per avere un partner affidabile in grado di poter interagire con i Paesi confinanti, la Tunisia deve essere messa in condizione di superare la crisi economica e questo non può che avvenire attraverso un importante piano di sostegno da parte del FMI e attraverso le articolazioni finanziarie ed economiche della Ue, cosi come il presidente Kais Saïed sta procedendo. La “roadmap” che il presidente ha preparato si concluderà nel 2022 con le elezioni politiche, che saranno l’epilogo di un periodo di transizione in cui le riforme istituzionali, costituzionali e della Magistratura saranno il terreno stabile sul quale avviare la crescita economica – prevista per il 2025 al 3% del PIL – la riduzione del debito pubblico, la riduzione dell’inflazione e la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione.”

Una relazione strategica: dalla cooperazione politica all’energia

“Sono innumerevoli gli accordi bilaterali di cooperazione politica, in materia di politiche migratorie, di sicurezza, di economica e allo sviluppo e in ambito scientifico culturale. Di recente è stato approvato in parlamento l’accordo sulla interconnessione elettrica del cavo sottomarino lungo 200 km collegato tra Italia e Tunisia relativo al progetto firmato da Terna e Steg e finanziato anche dalla UE.”

Un DDL per chiudere una lunga vicenda di indennizzo per gli italiani rimpatriati dalla Tunisia

“Spero di poter rispondere presto all’invito del Presidente Saïed ed essere sua ospite a Tunisi, così come promesso durante l’incontro avuto in occasione della consegna del Dottorato honoris causa in Diritto Romano che La Sapienza di Roma gli ha voluto conferire. Al Senato ho presentato un DDL per chiudere una lunga vicenda di indennizzo per gli italiani rimpatriati dalla Tunisia durante il processo di nazionalizzazione del Paese. Famiglie che hanno lasciato a malincuore quel Paese, dove avevano costruito un futuro a cui mai avrebbero pensato di dover rinunciare e che continuano ad amare e frequentare.”